Conduco una vita complessa – ebrea di origini polacche, israeliana e ora italiana che vive nel sud del Paese. Tutte queste sono le mie vere identità, così come lo sono il mio genere, la mia professione e i miei vari ruoli all’interno della famiglia, con gli amici e nella comunità. Mi muovo da un’identità all’altra e ogni tanto mi perdo tra di esse. Tutte queste identità sono intrecciate, come ogni altra cosa nella mia vita, e nella vita in generale, secondo il mio modo di percepirla e quindi di disegnarla.
Perchè disegno?
Non disegno per analizzare me stessa o per esprimere uno stato d’animo. Obbedisco a una necessità, comunico i miei sentimenti e le mie sensazioni, e li condivido. Spesso il disegno sembra quasi prendere vita da sé. Le figure vengono fuori dall’inchiostro domandando di esistere, quasi chiedendo di essere viste e riconosciute come creature viventi, sia che esse siano esseri umani, animali, piante oppure oggetti. Il mondo mi sembra meravigliosamente complesso e sfaccettato. Il disegno è finito quando so che tutto è stato detto e che non c’è null’altro da dire. Infine, arriva l’ultima parte – la mia firma. Un disegnino da qualche parte in fondo alla pagina, a volte solo una figura, altre volte il mio doppio. E così io so che “quel” che è stato detto è proprio “così com’è”.
Perchè disegno?
Non disegno per analizzare me stessa o per esprimere uno stato d’animo. Obbedisco a una necessità, comunico i miei sentimenti e le mie sensazioni, e li condivido. Spesso il disegno sembra quasi prendere vita da sé. Le figure vengono fuori dall’inchiostro domandando di esistere, quasi chiedendo di essere viste e riconosciute come creature viventi, sia che esse siano esseri umani, animali, piante oppure oggetti. Il mondo mi sembra meravigliosamente complesso e sfaccettato. Il disegno è finito quando so che tutto è stato detto e che non c’è null’altro da dire. Infine, arriva l’ultima parte – la mia firma. Un disegnino da qualche parte in fondo alla pagina, a volte solo una figura, altre volte il mio doppio. E così io so che “quel” che è stato detto è proprio “così com’è”.